venerdì 12 giugno 2015

Scrivere un romanzo Fantasy: Stesura - I consigli del buon Gheler #3

Salute Esploratori!
Oggi affronteremo la terza fase di questa serie di consigli, probabilmente la più soggettiva. Se l'originalità e il carattere costituiscono l'anima del romanzo, la stesura ne crea il corpo. Non esiste un modo preciso di "stendere" una storia ma fondamentalmente ogni percorso deriva da due sole partenze (o da un misto di esse) ovvero: una stesura programmata, costituita da poche fasi, e una libera, in balia dell'ispirazione, del momento, del flusso creativo che può arrivare addirittura a cambiare l'intera storia senza che vi freghi qualcosa dell'idea iniziale; ma andiamo con ordine. Ad esempio, vi ricordo che:
  
I consigli del buon Gheler saranno fondamentalmente 5: 
3) Inizio, punti focali e finale: differenze tra una storia ben chiara e una che cresce nel tempo.
4) Conclusione. Revisione. Condivisione.
5) Pubblicare attraverso Editori o Self. 
5.1) Consiglio Bonus: Not Today! (che non è il titolo dell'articolo ma un "a tempo debito") 


C'è chi stende i panni e c'è chi stende le storie.

Personalmente tendo a una sola stesura semi-definitiva poiché, prima di questa stessa fase, ho praticamente già scritto un centinaio (esagero, di solito sono una 50ina) di pagine piene zeppe d'informazioni. Informazioni su ogni aspetto; il mondo, i popoli, i personaggi, la trama presente, il passato, le possibili conseguenze (spesso più di una) i possibili finali (spesso più di uno) così da non passare attraverso mille stesure, cancellazioni di interi capitoli, modifiche corpulente e quant'altro, come di solito fanno il 90% degli autori. Il che rende la stesura a più fasi il metodo più o meno ufficiale, che sta a metà tra una stesura programmata e una stesura completamente libera; quest'ultima da me chiamata "alla William Wallace" (Braveheart) per intenderci. 


Ok dai,
ancora 18 ore 15 minuti e 28 secondi di scrittura e avrò finito.
Che cos'è una stesura programmata?
Probabilmente un pugno nello stomaco alla vostra fantasia. Eppure è comunque un metodo capace di dare i suoi gustosi frutti. Si tratta sostanzialmente di mettersi a tavolino, dividere la storia in capitoli (che in questo caso deve essere già ben chiara) quindi privarla di possibili cambiamenti; poi dovrete scrivere una sorta di riassunto contenente le parti fondamentali di ogni capitolo, e addirittura calcolare il numero di pagine, il tempo di stesura per pagina e da veri matematici saprete anche quanto tempo vi ci vorrà per finirlo; Autori o Automi, questo è il dilemma!
Con una stesura programmata, se "oggi non mi va di descrivere scene di azione" nulla vi vieterà di saltare interi capitoli e passare ad uno più tranquillo. Un lavoro frammentato che nel suo intimo risulta funzionale ma che taglia letteralmente le ali alla fantasia, a nuove idee. Un libro scritto a tavolino risulta sempre ben costruito, con capitoli studiati, intrecci pensati in partenza, nessuna forzatura nella trama derivata da mancanze di idee o dal: non so più dove andare a parare. Insomma, sono un bel po' di punti a favore ma cosa c'è di sbagliato in tutto questo? La piattezza di sentimenti provata dall'autore, che inevitabilmente echeggerà anche tra le parole del romanzo. 



Freeedoooom!
Stesura alla William Wallace: Freeeedom!  
Stesura libera significa cedere al flusso creativo, all'ispirazione del momento e ignorare tutto ciò che ci siamo imposti mentre ideavamo la trama. La stesura libera permette alla storia di crescere con voi, di maturare con voi, di piangere e ridere con voi. Il metodo alla W.W. rende la scrittura decisamente piacevole. Senza alcun programma ma solo con l'accenno di una trama, scrivere di una morte improvvisa, di un colpo di scena inaspettato, vi farà sentire piacevolmente ingenui. Scrivere una scena di paura provando esattamente quello stesso sentimento dentro al cuore, vi aiuterà a passare quella paura anche al lettore.
Indubbiamente il "feeling" con le parole diventa maggiore, si riesce ad essere più poetici, ad esprimere nella totale spontaneità, ogni singolo stato d'animo. Forse ogni tanto non saprete più che pesci pigliare con la trama, forse richiederà più tempo, più interventi, più riscritture ma state certi che ne varrà totalmente la pena. Questo metodo personalmente lo uso soprattutto per scrivere racconti. Parto da una semplice idea, da un tema, e mi lascio trasportare dalla brezza, dal flusso creativo, guardandomi indietro solo alla fine del viaggio. Ed è una sensazione unica. Provare per credere!


Stesura "a metà strada" 
Come in ogni cosa, quando si parla di estremismi è sempre meglio restare nel mezzo e prendere il buono da entrambe le fazioni. Questo è più o meno il metodo che uso quando scrivo un romanzo. Riempio pagine d'informazioni con stesura alla W.W. senza fregarmene assolutamente della grammatica, della comprensibilità delle frasi a terzi, inserendo note di qua e di la e facendo indubbiamente dei gran casini. Dopo questa piena libertà, trovo utile passare a fare un po' l'automa. Quindi mi imposto un inizio, seleziono dei "punti focali" come cambi di trama, morte di personaggi, eventi importanti e via discorrendo, fino ad arrivare al finale (o ai più quando sono indeciso). Questo mi permette d'impostare lo scheletro del romanzo. Infine (cioè, infine in questo contesto, visto che in realtà è proprio l'inizio) passo alla stesura capitolo per capitolo senza mai saltarne uno. Se non ho voglia di descrivere quella scena lì, non la salto, mi prendo semplicemente una pausa. Ci tengo troppo a proseguire nella scrittura così come il lettore dovrà farlo con la lettura. So che molti autori scrivono centinaia di bozze, riscrivono i loro romanzi almeno cinque o sei volte; io non mi sono mai posto in questo modo, quindi se vi state chiedendo perché resterò per sempre un autore mediocre o giù di lì, ora avete la vostra risposta! Tuttavia credo che se l'autore in primis non è soddisfatto o felice del suo lavoro, allora nulla poi ha più senso, nemmeno la soddisfazione dei lettori.


La musica come catalizzatore
La musica, ragazzi. La musica è emozione, in un libro si cerca di trasmettere emozione, ergo: ascoltate la musica mentre scrivete! Ovviamente mi riferisco alla buona musica. Relativo, direte voi, e non potrei darvi torto. Però credo che, per un romanzo fantasy, la musica di vari compositori del calibro di Howard Shore, Hans Zimmer e John Dreamer (per citarne alcuni) vadano più che a sposalizio. Ma potrei dirvi anche Two steps from hell, Jasper Kid, Audiomachine, Thomas Bergersen, Wardruna, Steve Jablonsky e -PotreiAndareAllInfinito, citando anche la musica classica (Mozart è il mio preferito). Sinceramente so di essere forse un po' malato su questo aspetto, basti pensare che ho diviso tutti i brani in una playlist organizzata per "cosa mi ispira" ad esempio ho i brani che ascolto durante le scene d'azione, quelli più ambientali, o romantici, o epici, o di rovina e caos... perdo più tempo nel decidere che musica ascoltare che a scrivere.

E voi, autori, in che modo impostate la stesura del vostro romanzo? Dopo quante stesure decidete di averlo finalmente completato? E soprattutto, che musica ascoltate quando scrivete? Non siate timidi e lasciate un commento nel nome della condivisione!
E anche per oggi è tutto, Esploratori. Spero di rivedervi al prossimo consiglio del "buon" Gheler, in cui vi parlerò di come finalizzare il vostro lavoro attraverso la revisione e l'importanza della condivisione; dei pareri esterni. Spero di non avervi annoiato, alla prossima.
E ricordate sempre: Freeeedom!

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2 commenti:

  1. Anche qui, neanche a dirlo, ottimi consigli! Personalmente, essendo alla mia prima (o per lo meno prima presa seriamente) esperienza ho iniziato a buttare giù appunti su luoghi e personaggi su un quadernino, ma poi mi sono stufato. O meglio, avevo troppa voglia di iniziare a scrivere, e quindi ho iniziato a scrivere a ruota libera seguendo solo quanto già avevo scritto nel quaderno ed aggiungendo dettagli che mi toccherà riportare dopo sul quaderno stesso.
    Non ascolto musica, mi distrae. Ma mi sono accorto ora leggendo i tuoi consigli che sbaglio. Ascoltavo musica cantata, le parole distraggono, dovrei ascoltare musica solo strumentale!

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    1. Esatto, ascoltare parole mentre tu scrivi altre parole crea un bel casino in testa! Ma conosco anche persone che ci riescono, io comunque preferisco solo quella strumentale. Soprattutto le colonne sonore dei film che ho amato, ad esempio, quelle mi accompagnano spesso nella scrittura, mi ispirano e non poco.

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