martedì 9 giugno 2015

Scrivere un romanzo Fantasy: Carattere - I consigli del buon Gheler #2

Salute Esploratori! 
Come promesso, oggi affronteremo uno degli aspetti più importanti (se non il più) che tuttavia non comprende solo il Fantasy. In quest'ultimo genero però, la caratterizzazione spesso non riguarda solo i personaggi ma anche il mondo in cui questi vivono e di conseguenza i popoli che l'abitano. La parola chiave è: carattere, quindi personalità, creare qualcosa che dia l'idea di essere sempre esistito, con un passato, dei modi di fare particolari, dei desideri, delle paure, dei rimpianti. Ma proseguiamo con ordine. Ad esempio, vi ricordo che:
I consigli del buon Gheler saranno fondamentalmente 5: 
2) Caratterizzazione del mondo e dei personaggi (E piccoli consigli sullo stile narrativo)
3) Inizio, punti focali e finale: differenze tra una storia ben chiara e una che cresce nel tempo.
4) Conclusione. Revisione. Condivisione.
5) Pubblicare attraverso Editori o Self. 
5.1) Consiglio Bonus: Not Today! (che non è il titolo dell'articolo ma un "a tempo debito")



1) Caratterizzare un nuovo mondo


Chi preferisce creare da zero ogni cosa, deve sapere che le idee funzionano come la legge della conservazione della massa di Antoine-Laurent (lo dico io ma è probabile che l'abbiano detto già altri) ovvero che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. E anche le idee, l'ispirazione. Prendete qualcosa che già esiste nel mondo, una cultura, una nazione, e trasformatela a vostro piacimento. Prendete una matita e costruite la prima bozza di una mappa, sempre tenendo conto della storia che avete in testa. La mappa vi aiuterà a trovare nuove idee, nuovi percorsi e vi farà sempre da guida, specialmente quando vi toccherà descrivere il paesaggio; mai farlo senza la mappa del vostro mondo sotto il naso. Il mio consiglio è di trovare già da subito il nome alle vostre terre, ai boschi, alle città, alle montagne e a ogni singolo stelo d'erba, se necessario. Facendolo già da subito, i vostri personaggi potranno nominare luoghi legati al discorso o utilizzarli come punti di riferimento; non che il lettore andrà a indagare sulla mappa tutte le volte ma farlo renderà più vera la situazione. Se siete in vena di scrivere e di ideare, se desiderate mettere in chiaro ogni singolo aspetto così da far credere a chiunque che quel luogo esista davvero, potete "giocarci" in centinaia di modi. Quindi creare delle leggende legate ai luoghi, del folklore legato ai nomi, al mondo, agli astri e all'universo - anche dei falsi miti per depistare il lettore e sorprenderlo rivelando infine tutto l'opposto. Un'altra buona idea è quella di scrivere delle canzoni -o solo il loro titolo, studiare la flora e la fauna del nostro mondo basandovi soprattutto sul clima e popolare le vostre terre. Ovviamente potrete anche inventarvi tutto di sana pianta, come piace fare a me; stiamo pur sempre parlando di un fantasy, non dovete obbligatoriamente seguire le regole legate alla nostra natura. 
- Inserite tutte queste informazioni in un libro a parte, in un file diverso dal quale, una volta iniziato a scrivere, potrete estrapolare le informazioni che vi servono. Non lasciate che questo vi annoi, soprattutto se volete rendere vero ed originale il tutto, senza contare che ogni singolo elemento contenuto in questa vostra sorta di guida, influenzerà e non di poco l'intero libro che scriverete. Cercate di essere il più dettagliati possibile, scrivete, scrivete e scrivete, con la passione potrete persino darla in barba a Dio e creare il vostro mondo in meno di sette giorni. E, a proposito di giorni, la cronologia, il calendario è fondamentale tanto quanto lo è la mappa. Le date, i mesi, le stagioni; scegliete voi se dar loro un nome e un numero diverso o se utilizzare la classica formazione da 24h 7giorni 4settime 4stagioni 12mesi e via discorrendo. Perché sapete, nulla vi vieterà mai di dare ai giorni più, o meno ore, di dare alle stagioni più, o meno mesi, o di renderle perenni, legate ai luoghi più che al tempo; cominciate a percepirlo adesso il profumo della libertà? 
Nessun uomo può sentirsi davvero libero finché non scrive un romanzo fantasy; ma questa è solo l'ennesima mia opinione, forse anche un po' banale ma in cui credo fermamente; per ora. 



2) Caratterizzare un popolo 

Se non avete intenzione di riprendere il classico inserendo elfi, nani, orchi e compagnia bella, allora vi toccherà anche caratterizzare i vostri popoli. Come già accennato prima, una buona partenza potrebbe essere quella di ispirarsi a culture già esistenti, modificandole, unendole, prendendo un po' di questo e un po' di quello. Gli aspetti da considerare, qui, sono molti. Fisiologia, habitat, lingua (e relativi detti, modi di dire, imprecazioni, accenti; più ci lavorate e più sembrerà vero) quindi abiti e cibi tipici del luogo, nonché costumi e tradizioni; queste ultime particolarmente. Date loro un passato dal quale estrapolare miti e leggende e, perché no, detti per lo più cianciati dagli anziani. Studiate bene le loro leggi, scrivete una nuova costituzione se necessario ma per leggi parlo anche di leggi naturali, fisiologiche e, soprattutto, magiche; se decidete che la magia debba far parte della vostra storia, ovviamente. Personalmente tendo a evitarla, o ad affidarla ad altro, visto il largo abuso che se ne fa nel mondo del fantasy. Il consiglio del buon Gheler è quello di usare un "luogo" che sia un foglio o un foglio elettronico, diverso per ogni razza. Scrivete, riempite pagine, più pagine del libro stesso se necessario. Più saranno dettagliati questi popoli e più sembreranno davvero vivi. Quindi affidate loro un credo (non necessariamente una religione) ma che sia bene o che sia male, qualsiasi popolo (soprattutto se umile e povero) tende a crearsi i propri miti. Che questi poi siano veritieri o soltanto l'appiglio di molti disperati e\o fanatici, è una vostra scelta. Se studierete tutto ancor prima della stesura del libro, diventerà estremamente facile raccontare al lettore di quel nuovo mondo. Allo stesso modo se un popolo già esiste, seppur soltanto nella vostra mente, state certi che sarà mille volte più facile scrivere di esso o comprenderlo alla prima lettura. Ad esempio, un buon punto di partenza potrebbe essere questo: parliamo di un popolo che si basa su cosa? Sulla forza militare? Sull'organizzazione e sulla strategia? Sulla forza bruta? Un popolo pacifico? Uno legato alla natura? Alla magia? Organizzato dalla monarchia o da un governo? Da un capo clan? Da un "padre"? O è un popolo libero? Nomade? Le scelte sono pressappoco infinite.



3) Caratterizzare un personaggio 

Come ultima ma non ultima e sicuramente non meno importante, abbiamo la caratterizzazione di un personaggio. E vi ho risparmiato quella sulle bestie fantastiche, sulla magia, sulla natura, sugli stivali color blu comando stellare (giuro che esiste davvero) e sulle merendine al cioccolato avvolte in carta fucsia bordesto lillato (anche questo); andiamo, cosa c'è di più buono di una merendina al cioccolato che si lascia mangiare con carattere e dignità? Assolutamente niente.
Ma passiamo alle cose meno buone da mangiare; come si caratterizza un personaggio in modo da non farlo sembrare piatto e privo di un'anima? Beh, per prima cosa evitare i soliti cliché non sarebbe certamente un cattivo inizio, come ad esempio, chesso': Ragazza bella e forte che non sa chi scegliere tra quello con i muscoli e quello con il cervello; ragazzo prescelto da una profezia e destinato a salvare il mondo dal male; vecchio mago dispensa consigli, che è troppo saggio per dire le cose come stanno già da subito; super cattivo che si perde in chiacchiere dando così l'opportunità al prescelto di vincere... e via discorrendo ma questa è un'altra storia, e pertanto si dovrà narrare in un altro luogo e tempo. Carattere. Carattere vuol dire motivare una scelta, un modo di esprimersi, è ciò che ci rende diversi e unici. Con un carattere ben costruito non incapperete in cambi di personalità non voluti (o almeno ingiustificati) e non permetterete al vostro personaggio di prendere scelte che in realtà non asseconderebbe. Mettete nero su bianco ogni singolo dettaglio, magari partendo dall'aspetto. Colore dei capelli e degli occhi, abiti, tratto distintivo tipo una cicatrice, un neo, persino un tic nervoso o un termine, un'imprecazione che questo utilizzerà spesso per farsi riconoscere. Un modo di camminare, un vizio, un soprannome; sembreranno banalità di primo acchito ma vi assicuro che senza tutto ciò vi sentirete estremamente ripetitivi nel chiamarlo per nome ogni singola volta. Ed eviterà gaffe tipo che all'inizio del libro il vostro personaggio avrà gli occhi verdi e cento pagine dopo, invece, azzurri; banalità, e chi lo nega ma il mio obiettivo qui è aiutarvi, non dire la mia. E a proposito di dire la mia: secondo me medesimo, ciò che più caratterizza un personaggio è quasi sempre il suo passato insieme alle sue paure. Tutti sono bravi a rendere forte e utile un protagonista principale o uno secondario ma, il lato più umano, emerge sempre nella paura e nella debolezza. Quindi bisogna sempre ricordare che sì, il nostro protagonista è forte, è testardo, è sempre pieno di risorse e di speranza ma il primo passo verso la piattezza è restare legati all'immagine che ci siamo fatti di lui inizialmente. Così come un cattivo non sarà mai totalmente cattivo, un buono non sarà mai totalmente buono. Più tempo dedicherete alla costruzione di un personaggio e più sarà per voi come diventare buoni amici; esatto. Diventate amici dei vostri personaggi e saprete esattamente cosa questi potrebbero dire o fare nella situazione che voi stessi, da fruitori del destino, donerete loro. Questo è forse il consiglio meno tecnico, meno pregno di un reale significato che non sia soltanto poetico ma è la verità in cui credo dal giorno in cui ho iniziato a scrivere; diventate amici dei personaggi che create. Anche di quelli stronzi a cui non rivolgereste mai nemmeno una parola. 



4) Consigli narrativi

Ogni persona ha un proprio stile narrativo, e chi lo nega. Ci sono però alcuni consigli fondamentali che mi sento di dover dare a chi scrive. Ebbene, esistono fondamentalmente 4 punti cardine nella narrazione:

Trama (eventi che portano avanti la storia)
Descrizioni (principalmente di personaggi e luoghi)
Dialoghi (sapete no, quando due personaggi immaginari riescono a incastrare parole tra due virgolette o parentesi per dirsi cose)
Pensieri (i vostri ma anche quelli dei personaggi)

- E a questi poveri punti cardine, molto spesso, accade che gli autori decidono per sfizio di intrecciarli, di fonderli, cadendo facilmente nel banale. Se state descrivendo un evento di trama, non dovete metterci nel mezzo spiragli di descrizione. "...E Rogar afferrò la sua ascia bipenne e la sollevò verso l'alto, sovrastando i suoi bellissimi capelli fulvi che scintillavano nella notte buia..." per carità, no. Dovete prendervi il giusto tempo per descrivere i bellissimi capelli fulvi di Rogar e il giusto tempo per descrivere la scena in cui questo spacca la testa a un chicchessia.
- O nei dialoghi. "Ciao Rogar. Ehi, i tuoi capelli sono meno fulvi del solito oggi. Senti, pensavo di andare a caccia, tu e la tua barbona intrecciata volete farmi compagnia?" Beh, se proprio il personaggio che sta parlando a Rogar volete farlo sembrare un imbecille superficiale, accomodatevi pure! 
- Quindi, a rigor di logica, se state filosofeggiando sulla vita e sulla morte... "Lui non voleva farlo, era stato costretto dagli eventi, dalla sfortuna. Rogar odiava uccidere, lo faceva sentire sporco, appesantiva la sua anima e i suoi occhi azzurri come il cielo d'estate in riva al mare del sud versavano incessanti e involontarie lacrime quando vedevano una vita spezzarsi" Ci siamo capiti, no? 
- Trama e dialoghi, al contrario, sono indissolubili, inseparabili. Un dialogo è quasi sempre un pezzo di trama e viceversa. 
- Per concludere, la regola da seguire sempre quando si scrive è soltanto una ed è estremamente semplice da ricordare: dare il giusto tempo alle cose, non mescolarle per fretta o per voglia di proseguire nella trama. 

Per oggi è tutto, esploratori! Ammetto di aver scritto un bel papiro, un bel mattoncino duro da digerire perciò almeno con i saluti cercherò di farla breve. Spero di rivedervi al prossimo consiglio del buon Gheler, nel quale vi parlerò di come costruire una storia e delle differenze che nascono inevitabilmente tra una pensata in anticipo e una che cresce durante la stesura; io sono per un misto di entrambi. 





5) Caratterizzare i draghi
Nah, tranquilli, loro sono e saranno sempre fighi, ben voluti e mai troppo abusati.  
I draghi sono come la cioccolata; piacciano a tutti. 








(Se non vuoi perderti le prossime uscite, poiché non avranno una cadenza prestabilita, diventa lettore fisso!)


7 commenti:

  1. Carissimo Antonio,

    rieccomi qui, come ti avevo promesso ieri ho letto molto attentamente ogni singola parola che hai scritto permettimi di aggiungere veramente, veramente bene. Cercherò di fare tesoro di ogni tuo prezioso consiglio e seguirò quelli che scriverai in seguito. Grazie, a presto.

    Federica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Federica, mi fa davvero piacere d'esser d'aiuto a qualcuno. Grazie, leggerò tutto ciò che avrai da dire al riguardo, condividere le opinioni è importante ed io non mi sento un professionista ma solo un appassionato, perciò sono sempre piacevolmente aperto a consigli e critiche.
      Ti auguro di nuovo tanta fortuna, a presto!

      Elimina
  2. Ciao Antonio,

    di nuovo, grazie. Sai, devo dirtelo: da ogni tua parola traspare tanta, tanta umiltà, cosa che, credimi, è diventata una merce rara ormai. Ed è molto bello il fatto che voglia condividere i tuoi pensieri con qualcuno, e se adesso mi permetto di aggiungere quello che sto per aggiungere è solo perché sono piacevolmente stupita da questa cosa. Io ho passato buona, anzi, direi troppa parte della mia vita ad accettare che gli altri non volessero condividere qualcosa con me, per questo, forse, mi sono chiusa in un mondo tutto mio, prima con la musica, con la danza, con Michael Jackson, e poi con i libri, le parole, e infine con la scrittura, che mi ha salvata in tutti i modi in cui può salvarsi una persona.
    Perdona questa mia parentesi di cui probabilmente, anzi, sicuramente non te ne può fregar di meno, ma era solo per farti capire quanto sia "a digiuno" dal poter condividere qualcosa con qualcuno.
    Grazie ancora per le tue parole, e per trovare un po' del tuo tempo per me.
    Un caro saluto, a presto.

    Federica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma figurati, grazie a te! Ricorda che l'interesse è il primo passo per la condivisione, quindi non dire che sicuramente non me ne può fregar di meno perché ti assicuro che non è così, o almeno non quando riguarda cose che mi sono molto care come la scrittura (che sia la mia o quella degli altri) :)

      Elimina
  3. Ciao Antonio,

    di nuovo grazie. E' solo che quando hai dato tutto di te stessa a una persona cui non gliene fregava assolutamente niente di condividere né di comunicare con te ... Grazie per avermi risposto.

    RispondiElimina
  4. Ciao Antonio,
    mi accingo a scrivacchiare (non si dice ma mi pare che ben descriva ciò che sto per fare) il mio primo racconto, e su Facebook trovo la tua pagina e soprattutto i tuoi consigli, che dire, ho letto le prime 2 parti di cui è composto il tuo "manuale" e devo dire che sono soddisfatto del tempo speso!
    Probabilmente sarò banale, dal momento che non sono il primo a proclamarlo, ma ne farò davvero tesoro!

    P.s. è vero, i draghi sono come il cioccolato!

    RispondiElimina