mercoledì 22 giugno 2016

Sospiro lacrime



Stanotte sospiro lacrime di ricordi. 
Penso a come sono adesso, in pace, capace di esprimere questi sospiri. 
Penso a com'ero prima, un istante fa, davanti a lei, davanti a voi. 
Sospiravo lacrime amare. 
Non volevo esserci. 
Non volevo esistere. 
Mi chiedevo la ragione di quel mio esserci. 
Mi chiedevo la ragione di quel mio esistere. 
Vedevo ciò che facevo dalla luna e pensavo. 
Pensavo; perché lo sto facendo? 
Pensavo; perché lo sto pensando?
Sentivo di voler piangere quelle lacrime.
Basta sospirarle. 
È ora di piangerle.
E ieri, quando le lacrime sospirate sapevano di felicità.
Ero di nuovo sulla luna. 
Perché son qui?
Perché esisto?
Lei mi parlava ed io ero felice. 
Non parlava di niente, non parlava di cose importanti. 
Ma io ero felice comunque. 
Ero felice anche quando parlava lui, e lui, e lui, e lei, e poi di nuovo lui. 
Una felicità banale, facile. 
Quella era la più facile tra tutte le felicità. 
Ma io avevo voglia di piangere comunque.
Sospiravo lacrime di gioia.
Gli sguardi delle persone mi uccidono sempre.
Le loro parole mi annientano. 
Resto disarmato e sospiro lacrime di rimpianto. 
Non sono bravo con queste cose.
Non sono bravo a parlare, a sorridere di getto, a dire bugie. 
Sono un bambino appena nato.
Scopro per la prima volta il mondo.
Lo scopro per la prima volta tutte le volte che lo vedo.
Mi guardo allo specchio; ci trovo un miserabile.
La miseria è il pane della coscienza. 
Sospiro lacrime di coscienza. 
Sono un miserabile. 
Piango per ogni sospiro e mi va bene così.


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