giovedì 20 agosto 2015

In uscita: L'isola di Eben - Il cartaceo

Salute, Esploratori!
Oggi, 20 Agosto, esce ufficialmente il cartaceo del secondo volume della saga di Gheler l'esploratore, "L'isola di Eben" su tutte le piattaforme on-line. Potete acquistarlo (ad esempio) QUI; Amazon lo spedirà non appena disponibile.
In occasione di questo evento, vi lascio un breve testo (scritto da me) sul vastissimo tema che può diventare l'esplorazione.
Buona lettura.


Esploro.
Ignoro l'immediato futuro.
Cammino a piedi nudi, sull'erba, sfioro steli vergini al calore umano.
Il vento incontra un nuovo ostacolo, si divide, mi pone domande.
Il mondo odora di pulito, di selvaggio, e adesso anche di me, di sudore, di fiato corto, di sospiri.
Cosa spinge le persone a cercare il nuovo, l'incontaminato. Forse la sorpresa, l'ignoto.
A saper tutto si perde il piacere.
Conosco già quello stelo d'erba, e quell'albero, laggiù. Conosco il cielo e le stelle, saluto tutti i giorni le nuvole; le montagne sono le più immobili. Il vento non le smuove come fa con le foglie, mutano solo i picchi, adesso innevati, adesso in tempesta; e adesso si asciugano al sole.

L'odore della carta. Le pagine ruvide, bianche, stirate.
Parole nuove, parole mai lette, mai udite. Persone mai conosciute che incastrano lettere, comunicano, si muovono insieme ai tuoi occhi. E tu le conduci, loro proseguono indomite ma solo se sei lì a guardarle, a leggerle. Un evento, un po' di felicità, qualche risata, della tristezza, un improvviso dramma. L'ignoto che si cela dietro ogni fruscio. E sfogli, sfogli e sfogli, divori, inconsapevole di ogni accaduto, di ogni pensiero.
A saper tutto si perde il piacere.
Conosco già questo libro. Conosco le sue pagine ruvide, ingiallite, piegate. Il suo odore, con quali parole inizia e con quali parole finisce. Cosa accade, quando accade, dove accade. Cosa dice, cosa pensa. Come pensa.

Un volto nuovo. Mai incontrato prima.
Una voce che non mi aveva mai parlato, dei desideri che non mi avevano mai trovato. Quando sorride, sotto i suoi occhi si formano delle rughe, rughe che non avevo mai visto, modi di dire che non avevo mai sentito. Si susseguono domande, sempre le stesse, cambiano solo le risposte. Da dove vieni. Cosa fai. A chi appartieni. E ti racconta storie nuove, storie esilaranti, storie malinconiche, storie mai vissute. Una bugia, poi la verità. Tutti dicono sia l'una che l'altra ma sempre in modo diverso.
A saper tutto si perde il piacere? Non sempre.
Lo stesso odore, lo stesso sapore, le stesse mani ma non gli stessi occhi. Quelli mutano. Cambiano. Ancora quella voce, quella risata, la sento ormai da molti anni. E vorrei sentirla ancora per molti altri. Ma vorrei sentirne anche di nuove, insieme alla sua.
Non sempre a saper tutto si perde il piacere.

Ma molto spesso sì.
Cosa cerchiamo davvero quando esploriamo. Cosa ci spinge a farlo. La curiosità che si somma alla volontà, il piacere che ne deriva, l'ambizione, un nome stampato nel tempo, nella memoria.
Prima è novità, poi è tradizione.
Prima è piacere, poi dovere.
Prima il dovere e poi il piacere.
Si può esplorare anche restando fermi, immobili, a metà tra la consapevolezza e l'ignoto.
Ignoro l'immediato futuro, e forse è questo che a volte mi spinge ad andare avanti, altre, a fare un passo indietro. Per osservare meglio la strada.
Sono privo della consapevolezza del tempo, del desiderio d'inseguir cose, di raggiungere mete.
Non mi resta altro, adesso, che esplorare.


- Alla prossima



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