mercoledì 8 ottobre 2014

Giveaway by Dreaming Fantasy + Prologo "Il legame dei draghi"


Hello everyone. 
Volevo annunciarvi che sul blog -> Dreaming Fantasy <- è in corso un -> Giveaway <- che vi permetterà di vincere una copia cartacea del primo volume di Gheler l'esploratore! Per partecipare compilate il Form e lasciate un commento con la vostra mail. 
Poiché risulterebbe un post scarno e privo di contenuti dedito al solo informare, condivido con voi l'intero prologo, mentre nel post del Giveaway troverete un altro estratto rubato a uno dei diari di Gheler. 






Prologo
(Note personali di Dae)


Non ho mai narrato una storia, mi sono sempre limitata ad ascoltarle dalla bocca di mia madre e mai mi sarei aspettata di scriverne una. In realtà avrò poco più di qualche pagina per parlarvi di me, ma questo poco importa. Il tomo è dedicato ai racconti di mia madre e alla sua avventura. Ho racchiuso insieme i diari degli esploratori, ed ho capito che ogni singolo essere vivente ha una storia da raccontare, ogni Etne che vedo passeggiare da sopra i rami del mio Ledah ha pagine bianche che può riempire, ogni Elielan che attraversa il piccolo fiume Dano, ogni Nuriano che giunge nella radura insanguinata per lodare la grande battaglia, ogni Orghen che attraversa le paludi per venerare le ceneri dellalbero di fuoco. Ma tutti loro ricorderanno per sempre questa, la storia di Gheler lesploratore, di Adne la ribelle, di Elden il pesce di terra e del principe esiliato Adeleo. Chi mai si dimenticherà di loro?
Concludo questo prologo con una piccola prefazione del finale. Il mio nome è Dae, ho quarantanni, pochi per noi Etne, unadolescente si potrebbe dire in termini umani. Sono lunica figlia di Adne, come mi definiva lei: il frutto dellamore che corre su sentieri inesplorati, un frutto, aggiungerei, malinconico. Anche se mi rivolgo a lei al passato, Adne non morì durante la sua avventura ma ciò nonostante non ritornò mai nel Sialden. In verità è ancora presto per dirvi come si conclude la sua storia.

Tutto cominciò nel pieno della stagione del sole, qualche giorno dopo larrivo del mese della pace. Secondo il calendario Nuriano, il terzo giorno dagosto. Il mese della pace è il periodo più atteso e allegro dellanno, considerando le numerose feste e i fastosi banchetti. Chi era bravo a danzare danzava, chi amava cantare cantava, gli anziani narravano storie del passato ai bambini mentre i giovani le riproducevano in ballate e la musica non si fermava mai, nemmeno di notte, o almeno questo succedeva prima dellarrivo dei senza-legame.
Meno di un milione di Etne popolavano queste terre ai tempi del dominio di Nuria. Il Sialden si era rimpicciolito sempre di più e la nostra razza correva verso lestinzione. Gli uomini recidevano avidamente gli alberi per costruire i loro ripari e sapevano bene quanto la legna dei nostri boschi fosse speciale.
Adne era la figlia dellanziano Dadlan, uno dei quattro consiglieri dellEtne che guidava quello che un tempo restava del Sialden. Per chi non lo sapesse noi Etne siamo una delle ultime razze, salvo gli Elielan, ancora legati allaspetto primitivo della natura. Le nostre orecchie hanno la forma di conchiglie e chiocciole, i nostri capelli cambiano colore insieme alle foglie degli alberi cui siamo legati, quindi verdi nella stagione del sole, dal rosso al giallo in quella dellacqua, neri o bianchi in quella del gelo e, in base al tipo di fiori del Ledah, del loro medesimo colore in quella della terra. Lunica cosa che distingue un Ledah da un altro è proprio la sua fioritura. Si pensa anche che un diverso tipo e colore di fiore possa plasmare il carattere degli Etne. Il fiore di Adne era quello bianco della fanciulla. Al contrario del tipo, il suo colore era quasi una rarità nel Sialden, poiché il bianco, insieme al nero, indica un senso di distaccamento dal Ledah e una sovversiva voglia di fuggire lontano. La fanciulla invece è un tipo di fiore che, come il nome stesso suggerisce, spesso si trova nei legami delle donne e che rappresenta una personalità sensibile dalla lacrima facile; Ma partiamo dallinizio.
Quando un Etne nasce, stringe nella piccola mano un seme. I genitori hanno lobbligo di piantarlo e di curarlo fino a quando l'Etne a esso legato non sarà in grado di farlo con le proprie mani. Nel giro di anni la pianta diventa un albero che cresce in base alla cultura, alla saggezza e allintelligenza del suo Etne, letà media di ciò è di circa dieci anni, quando il nostro aspetto comincia a maturare in quello di un adolescente. Da quel giorno in poi, la nostra vecchiaia camminerà di pari passo con quella del Ledah che diventa una specie di genitore, di desiderio, di voglia. Tra i suoi fiori e dalla sua corteccia cresce tutto quello di cui lEtne ha veramente bisogno, quindi nulla di futile, e ciò comprende cibo e acqua sempre in quantità giusta, mai ho visto un mio simile lamentarsi per la pancia troppo piena, le coppe finiscono allunisono con la sete come il cibo lo fa con la fame. Inoltre fa crescere vestiti, bracciali, collane, anelli e armi, ovviamente solo quando lEtne ne ha veramente bisogno.
In sostanza, la vita del Sialden è una vita piena di pace e amore, una vita priva di odio e di avidità. Fatte rare eccezioni, tra gli Etne non esistono discriminazioni, non esistono classi sociali, non esiste lomicidio, la guerra per il potere, la violenza, lodio; una vita fortunata, potrebbe dire qualcuno ma io, così come la cara Adne, non ne sono pienamente convinta. Tutta questa pace ha un prezzo che gli Etne pagano ogni giorno della loro vita senza accorgersene e che riguarda linviolabile legge dei Ledah. Quando lEtne e il proprio legame sono vicini, nascono dei limiti nei sentimenti umani. Lincapacità di soffrire la fame, il freddo o la stanchezza, linettitudine di provare avidità, odio o rancore causata da una vita agiata, crea inevitabilmente incomprensione verso chi invece soffre ogni giorno. Inoltre, il Ledah finisce persino per guidare lamore, un aspetto del legame che Adne odiava e che, di conseguenza, fu la causa dellinizio della sua storia.

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